Breve storia delle miniere del Fursil

una storia lunga quasi 1000 anni

La storia documentata delle miniere del Fursil ha inizio verso la fine del XII secolo, in un documento del 20 Maggio 1177 Papa Innocenzo III riconosce a Federico Barbarossa le proprietà imperiali del Fursil.
Delle miniere già esistenti all’epoca non esistono ad oggi documenti più antichi ma si suppone che le vene di minerale ferroso per suscitare l’interesse dell’Imperatore e del Papa dovessero essere, già da diverso tempo, conosciute e produttive.

Le miniere del Fursil, un tempo Wersil, antico nome del territorio di Colle Santa Lucia sotto il dominio dall’Imperatore Germanico Federico Barbarossa passano nel settembre del 1177 in feudo al Convento di Novacella già sotto il controllo del Principe Vescovo di Bressanone. L’elevato valore del minerale estratto un ferro acciaioso ottimo per per la produzione di armi, porta presto allo sviluppo di un sistema produttivo che da Colle Santa Lucia si allarga verso Bressanone e le valli ladine, principalmente la val Badia, per il commercio verso l’Europa, verso le valli del Cadore per armare Venezia.

Colle Santa Lucia si trova così per diversi secoli al confine meridionale di un Impero, successivamente della Contea del Tirolo a contatto diretto con quella che sarebbe in seguito divenuta la potenza politica e militare antagonista per eccellenza, quella della Repubblica di Venezia.

Prima territorio di contese, poi di affari economici, il paese conosce uno sviluppo legato all’estrazione della materia prima durato circa 600 anni, le miniere chiudono nel 1753.

Un tentativo consistente di recupero del sito minerario viene effettuato dalla ditta Breda di Milano nel periodo 1938-1943 con la ricerca e il recupero di alcuni antichi cunicoli e la realizzazione di due nuove gallerie. La definitiva chiusura avviene nel 1945.